Le preoccupazioni della Commissione di albo nazionale dei Dietisti
L’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario nazionale a partire dal prossimo 1° aprile, non solo non risolve le problematiche denunciate da anni in relazione alla mancanza di prestazioni essenziali inerenti alla nutrizione, ma anzi ha ripercussioni peggiorative in quelle regioni che, già a partire dal 1997, avevano deciso di investirvi le proprie risorse, inserendo le prestazioni mancanti nel proprio catalogo regionale.
Infatti l’ambito dell’assistenza nutrizionale non è tuttora contemplata nei LEA e, di conseguenza, le relative prestazioni risultano carenti anche nel nuovo nomenclatore, come nel precedente.
Proprio per sopperire a questa criticità, molte Regioni avevano integrato i loro nomenclatori tariffari regionali. È il caso di Regioni come la Toscana, il Piemonte, la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna, l’Umbria, le Marche, la Liguria, le Provincie autonome di Trento e di Bolzano. Tuttavia, con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore, le prestazioni nutrizionali verranno cancellate o rischiano di esserlo.
La drammatica conseguenza di ciò è che i cittadini non potranno usufruire di un’assistenza nutrizionale garantita dal loro Servizio sanitario regionale (SSR), né ricevere efficaci risposte assistenziali, incluso l’ambito pediatrico, in tema di obesità, disturbi alimentari, malnutrizione, nutrizione artificiale, malattie croniche non trasmissibili, malattie neurologiche, oncologiche, solo per fare un elenco non esaustivo.
Tutto ciò avviene nonostante la letteratura scientifica evidenzi come l’alimentazione costituisca uno dei principali fattori di protezione e di prevenzione, e come un intervento nutrizionale appropriato rappresenti un trattamento terapeutico di numerose patologie acute e croniche. Questo è particolarmente rilevante in un contesto epidemiologico dove, negli ultimi decenni, abbiamo assistito a un significativo incremento di malattie croniche non trasmissibili, di patologie neurodegenerative, cardiovascolari, respiratorie croniche, tumori e diabete.
È necessario che venga permesso ai cittadini l’accesso alle prestazioni nutrizionali ogni qualvolta il loro stato di salute necessiti di un intervento dietetico-nutrizionale appropriato, da professionisti adeguatamente formati, in un’ottica di garanzia, sicurezza, appropriatezza ed equità delle cure.
L’inserimento di specifiche prestazioni dietetico-nutrizionali, oltre a garantire la riduzione di esiti clinici sfavorevoli, crediamo possa rappresentare per il SSN un investimento irrinunciabile che privilegia l’equità e l’universalismo delle prestazioni, abbattendo i costi a carico dei cittadini.
A conclusione delle considerazioni espresse, la Commissione di albo nazionale dei Dietisti, all’interno della FNO TSRM e PSTRP:
- ritiene tempestiva e opportuna la richiesta di coinvolgimento nei lavori della Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA, inoltrata recentemente al Ministro della salute dalla FNO TSRM e PSTRP;
- auspica che finalmente le prestazioni dietetico-nutrizionali trovino la loro corretta e completa collocazione nei LEA e nel nuovo nomenclatore tariffario nazionale della specialistica ambulatoriale. A tal proposito, intende presentare in questi giorni la propria proposta dettagliata sulle prestazioni mancanti;
- si associa alla nota inviata al ministro Schillaci dalla Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo (SINPE), sottoscritta poi da tutte le principali società scientifiche in ambito nutrizionale e da molte associazioni di persone assistite, che denuncia esattamente quanto finora espresso;
- si appella a sua volta alle Organizzazioni e Associazioni rappresentative dei cittadini e degli assistiti al fine di far pervenire congiuntamente alle istituzioni tali istanze.