La storia di Anna e del suo bambino Giovanni (nomi di fantasia) nato all’ospedale Sandro Pertini di Roma, di cui si è tanto scritto e parlato in questi giorni, la storia di una diade interrotta da un tragico evento in cui il prendersi cura ha incontrato circostanze di cui la Procura della Repubblica si sta occupando e su cui forse, si sono fatte troppe parole, ci spinge come professionisti del Gruppo di lavoro Allattamento FNO TSRM e PSTRP ad esprimere alcune considerazioni sul tema dell’assistenza madre-bambino al momento della nascita, sperando possano essere un segnale positivo e propositivo di miglioramento nei servizi attualmente offerti.
Vorremmo auspicare il proseguimento del rooming-in (mamma e bambina/o nella stessa stanza) con la consapevolezza che rappresenta la facilitazione all’incontro, l’implementazione al bonding genitoriale ed in quanto tale favorita e incoraggiata, ma integrando la figura paterna, membro effettivo di una triade che richiede tempo e coinvolgimento e non presenza a tempo stabilito. Stanze che accolgono e rendono la presenza genitoriale parte integrante di chi ha compito e dovere di prendersi cura della nuova vita senza orari di accesso e di uscita prestabiliti da rigide gestioni temporali.
Esserci con risorse multiprofessionali che tengono in considerazione il potenziale insito nella famiglia, che sostengono e offrono cura alla madre e al suo bambino promuovendo l’allattamento e le prime cure ma, anche, proteggendo la diade da potenziali rischi, associati, ad esempio, ad una gravosa e oggettiva stanchezza della donna dopo un travaglio e parto faticosi.
Conosciamo, apprezziamo e siamo solidali al costante lavoro dei colleghi dei punti nascita che, tutti i giorni, accompagnano le famiglie nel delicato momento della nascita; un momento che deve essere tutelato e rispettato, nei pieni desideri della coppia. Guardiamo con preoccupazione la costante carenza di personale sanitario nei servizi pubblici materno-infantili, non solo ospedalieri ma anche territoriali, e auspichiamo che vi sia una maggiore sensibilità su questo gravoso problema in chi di competenza.
Il nostro impegno per promuovere e sostenere l’allattamento, ci permette di metterci in discussione e riflettere su ciò che è prioritario: innanzitutto che le famiglie siano ascoltate, e non giudicate nelle loro scelte; che i segnali di aiuto e di difficoltà possano essere colti, e in risposta possano essere offerti servizi orientati a colmare i dubbi e le necessità delle famiglie; che le puerpere non debbano essere lasciate sole a farsi carico del proprio bambino, perché per prime dovrebbero poter ricevere cure e attenzioni costanti. Dobbiamo, quindi, orientarci ad “accudire chi accudisce”.
La cultura volta alla cura dei bambini e delle bambine, all’ascolto dei loro bisogni, all’allattamento, chiede un terreno fertile per le famiglie che incontriamo ogni giorno come professionisti.
Una politica sanitaria e sociale vicina alla persona, consapevole delle reali necessità e in una concreta ottica di prevenzione, risponde con azioni pratiche, non permettendo all’indifferenza o al silenzio procedurale burocratico la vittoria sull’agire. Le famiglie hanno bisogno di risposte concrete, percorsi strutturati di assistenza e sostegno non soltanto durante la nascita, ma per tutta la durata del puerperio. L’home visiting, virtuosa esperienza già in atto in alcuni dei nostri territori, potrebbe rappresentare la realizzazione di uno dei possibili progetti di sostegno alle famiglie.
Come Gruppo di lavoro sull’Allattamento che rappresenta le 18 professioni sanitarie tecniche, riabilitative e preventive, ciascuna con le proprie peculiarità, e con un coinvolgimento più o meno diretto nell’assistenza di genitori e bambini, vogliamo esprimere con un’unica voce la nostra vicinanza alle famiglie, e rinnovare il nostro impegno per tutelarle e sostenerle.
Gruppo di lavoro Allattamento FNO TSRM e PSTRP
Roma, 2 febbraio 2023