Mancano sempre più professionisti sanitari all’appello e quelli che ci sono rischiano di lasciare il Belpaese, attratti da offerte migliori: dalla Svizzera all’Arabia Saudita.
È un paradosso: di medici c’è bisogno e ce ne sarà ancora di più nei prossimi anni, fra pensionamenti e scarso turn over. Eppure i camici bianchi italiani sono sempre più tentati di lasciare il Belpaese alla ricerca di condizioni lavorative (e compensi) migliori.
Insomma, alla ‘fuga di cervelli’ si aggiunge quella dei professionisti della sanità. «A pesare è certamente la condizione economica in cui si trovano i nostri professionisti sanitari, che sicuramente non è paragonabile a quella di altri Stati europei e non. Ma c’è anche una grave criticità organizzativa nei contesti nei quali lavora il personale italiano» conferma Teresa Calandra, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei TSRM e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP) che comprende tecnici di radiologia medica, assistenti sanitari, logopedisti, igienisti dentali, ortottisti, ma anche esperti della riabilitazione e della sicurezza nei luoghi di lavoro.