Oltre 400 partecipanti, decine di sessioni e relazioni, una tavola rotonda sul Pnrr di alto profilo tecnico e istituzionale che ha catalizzato l’attenzione dei media nazionali: è questo il lusinghiero bilancio della tre giorni del primo congresso nazionale dei Tecnici sanitari di laboratorio biomedico che si è svolto e concluso nei giorni scorsi a Bologna, presso l’auditorium dell’hotel Savoia.
“Questo nostro primo momento di confronto collegiale nazionale, dopo la nascita della casa comune delle professioni sanitarie, è stato un successo – avverte Saverio Stanziale, presidente dell’Albo nazionale dei tecnici sanitari di laboratorio biomedico nonché componente del Comitato centrale della Federazione degli Ordini delle professioni sanitarie – accendendo i riflettori sul potenziamento dell’Assistenza territoriale e delle cure di prossimità previsto dagli investimenti strutturali del Pnrr in cui, al netto del nodo del personale che è all’attenzione del Ministero e delle Regioni, i laboratori analitici di base, previsti in case e ospedali di Comunità, dovranno diventare un’eccellenza su cui puntare per farne sempre più centrali di servizio dimensionate sui vari bisogni del territorio e su cui investire in tecnologie e formazione professionale ai fini di corrette valutazioni cliniche e assistenziali in un’ottica di miglioramento dell’appropriatezza diagnostica e organizzativa e anche di migliori e più integrati servizi alla persona malata”.
I nuovi servizi
L’utilizzo dei Tecnici sanitari di laboratorio biomedico (Tslb) in farmacia, l’idoneità professionale al prelievo e l’integrazione della professione all’interno del Comitato per il buon uso del sangue, infine la collaborazione, con la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie, per definire tecnologie, sistemi organizzativi, operativi e il fabbisogno minimo standard di personale tecnico sanitario da impiegare nei servizi di laboratorio previsti nelle nascenti strutture di prossimità sono state le proposte rilanciate dal presidente Stanziale.
“La medicina e l’assistenza del territorio si è enormemente sviluppata negli ultimi decenni diventando specializzata, in continua evoluzione – ha detto Stanziale – sempre più tecnologica e in costante progresso.
Se pensiamo ad un sistema assistenziale più snello, che ottimizzi l’erogazione dei servizi, va capovolta la tradizionale organizzazione ospedaliera. La cura, per rendere più efficiente il Ssn, deve prevedere meccanismi per ottenere prestazioni migliori e più efficaci alla persona a partire dal suo domicilio, in cui le componenti cliniche vengano disgiunte da quelle produttive. Una simile scelta – ha poi aggiunto Stanziale – pone con attenzione un ridimensionamento organizzativo concordato e pianificato che ci permetta di non perdere un grande patrimonio assistenziale come quello territoriale”.
Equipe multiprofessionali
Fari puntati sulla centralità di lavorare in vere equipe multiprofessionali: “Un patrimonio che la nostra Federazione nazionale e le 19 professioni sanitarie ritengono un bene da proteggere, custodire e valorizzare. Se la Sanità italiana è una delle migliori al mondo – ha aggiunto Stanziale – è grazie anche alle diversità, agli scambi, alla crescita. Se negli ultimi due anni abbiamo dovuto fronteggiare un carico di lavoro eccessivo, una mancanza di crescita e soddisfazione professionale e una vita di fuga, intesa come cambiamento di luogo di lavoro, oggi ha un peso anche la retribuzione economica insoddisfacente rispetto all’impegno, alla fatica quotidiana e alla pandemia da Covid 19 che ci è piovuta addosso”.
Dito puntato sulle opportunità per operatori e pazienti offerte dalle strutture sanitarie intermedie, sulla penuria di professionisti sanitari in special modo personale medico, infermieri e tecnici sanitari. C’è dunque bisogno di qualificare i percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali e svilupparli dove c’è maggior bisogno. In pratica, far tesoro della pandemia, studiare l’area territoriale, i servizi diagnostici e di cura, tararli sulla base delle situazioni che si vengono a creare, puntando su servizi flessibili con obiettivi chiari, raggiungibili e investimenti concreti sul personale, la ricerca e la formazione.
La tavola rotonda
Alla tavola rotonda aperta dalla presentazione di Amalia Magaldi, segretario Cda nazionale Tslb e di Salvatore A. Distefano, vicepresidente Cda nazionale Tslb, hanno partecipato chi in presenza e chi in videoconferenza il presidente della Fno Tsrm Pstrp Teresa Calandra, Alessandro Beux Componente del Comitato centrale Ono Tsrm Pstrp, la senatrice Paola Boldrini che recentemente a presentato il DDL sulla riforma della formazione specialistica universitaria delle professioni sanitarie, Vito De Filippo già presidente della regione Basilicata, sottosegretario del ministero della Salute e sottosegretario al MIUR e oggi componente della Commissione Affari Sociali che ha sottolineato la centralità dei fabbisogni di personale qualificato per cogliere le opportunità che il PNRR consegna in termini organizzativi, innovativi e di potenziale crescita professionale e dei servizi, Stefano Lorusso – responsabile in seno al ministero dell’attuazione del Pnrr . che ha delineato l’impatto della riforma in fieri sulla persona assistita e nella formazione delle professioni sanitarie, Andrea Belardinelli responsabile del settore Sanità digitale e innovazione della Regione Toscana, Gerardo Ferrara direttore UOC dell’Anatomia Patologica, ospedale di Macerata (Asur Marche), Francesco Gabrielli, direttore del Centro nazionale per la Telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto superiore di Sanità, Lorena Martini Direttore UOC Formazione ECM Agenas, Massimo Mazzieri direttore professioni sanitarie area tecnico sanitarie Asur Marche e consulente della Federazione per la dirigenza e Saverio Proia già consulente del Ministero della Salute che ha accompagnato passo passo negli ultimi venti anni il processo di riforma delle professioni sanitarie.
La presidente Teresa Calandra
“Le nuove formule organizzative – ha detto la presidente nazionale della Fno Tsrm Pstrp Teresa Calandra – devono puntare i fari sin dall’inizio, con convinzione e concretezza, sulle équipe multiprofessionali. La trasformazione digitale del SSN, l’uso appropriato delle nuove tecnologie diagnostiche, terapeutiche e riabilitative per l’erogazione di prestazioni di qualità, anche a domicilio dell’assistito, passa dal know-how che i nostri professionisti sanitari hanno acquisito negli anni, ed in particolare negli ultimi due, a causa della pandemia.
Bisognerà quindi lavorare intervenendo sulle carenze di organico delle professionalità necessarie: ognuna delle professioni sanitarie delle Federazione, nella sua diversità, possiede e mette a disposizione una competenza imprescindibile per fare prevenzione e offrire risposte assistenziali a una popolazione sempre più interessata dai processi di invecchiamento e cronicizzazione delle patologie, ma anche con specifiche necessità nell’età evolutiva”.
Le sessioni di lavoro
Centrale, nelle sessioni del congresso, il tema della multi professionalità. La prima sessione ha posto il tema della self leadership con esempi concreti di come le Professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e prevenzione, unite nei dipartimenti, siano un efficace strumento di contrasto alla pandemia. Quindi sotto la lente il ruolo del dirigente dell’area tecnico diagnostica oggi e in prospettiva futura. Infine fari puntati sull’innovazione digitale in Sanità, la clinical governance e la diagnostica decentrata ospedaliera e territoriale nelle nascenti Case e Ospedali di Comunità con il ruolo innovativo dei Tecnici di laboratorio nelle strutture trasfusionali. Infine le innovazioni strumentali e le potenzialità applicative nel mondo digitale (Digital Pathology), Telemedicina a supporto del decisore, Reti e digitalizzazione nei processi diagnostici, lo sviluppo della diagnostica territoriale, le reti e la digitalizzazione nella gestione dei processi di diagnostica di laboratorio, la digitalizzazione applicata alla fase preanalitica e la garanzia di sicurezza per il cittadino). Una sessione del congresso di Bologna è stata interamente dedicata all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione che oggi rappresentano gli elementi fondamentali per ripensare all’assistenza sanitaria in ottica di prossimità e sicurezza delle cure, una delle grandi sfide di innovazione sostenuta dalle progettualità del PNRR. Infine un focus su Oncologia e ricerca dedicata al potenziamento, in campo oncologico e della ricerca, dell’approccio multi professionale e multidisciplinare nell’ambito della diagnosi e cura delle neoplasie a dimostrazione del ruolo fondamentale del Tslb nei processi di cura in collaborazione nelle attività di prevenzione, diagnosi e di allestimento dei farmaci antitumorali.
Ha concluso la tre giorni la sessione di lunedì 6 giugno con lo studio di Sars-Cov-2 e l’impatto del Covid-19 sulle strutture diagnostiche. Fari puntati dunque sulla pandemia, sui nodi nel contrastare questa emergenza rappresentata dai flussi e da una carenza generalizzata di professionisti sanitari, sulla ricerca e applicazione di modelli organizzativi più flessibili e dinamici che hanno consentito di raggiungere ottimi risultati in termini quali-quantitativi grazie all’impegno e all’abnegazione di tutti.
L’assessore Donini
Per finire l’intervento di Raffaele Donini, assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna e coordinatore della Commissione Salute delle Regioni. L’esponente della giunta Emiliana ha accolto in pieno la sollecitazione di Saverio Stanziale, presidente della Commissione d’Albo nazionale dei Tecnici di Laboratorio, che ha sottolineato la necessità di puntare su equipe multiprofessionali nei servizi analitici e diagnostici di base previsti nelle Case e ospedali di Comunità.
Da Coordinatore nazionale degli assessori alla Sanità delle Regioni, ha poi riconosciuto la correttezza dell’impianto del criterio di riparto delle risorse del Pnrr tra le Regioni che premia le compagini che partono da posizioni di maggiore ritardo nella strutturazione delle reti di Case e Ospedali di Comunità mentre annuncia un grosso sforzo nell’upgrade in fieri del processo di digitalizzazione che in Emilia Romagna può contare su un sistema già a regime imperniato sul fascicolo sanitario elettronico.
Tutti i servizi territoriali e ospedalieri saranno dunque interoperabili e integrati in rete per facilitare la presa in carico dei cittadino all’insegna dell’appropriatezza. Infine le note dolenti della spesa corrente e per il personale e delle insufficienti risorse che il Governo non ha ancora integrato sia per la copertura dei costi sostenuti a causa del Covid sia per popolare adeguatamente di camici bianchi le Case e ospedali di Comunità. “L’Emilia – ha concluso Donini – ha chiuso il Bilancio 2021 con 18 milioni di euro di esborsi Covid coperti con risorse proprie che se nel 2022 non saranno riconosciute incideranno, nella nostra come in altre regioni, sulla sanità pubblica e in particolare quella territoriale ponendoci di fronte a una bipolarità tra investimenti strutturali e tecnologici del Pnrr e mancanza di risorse di parte corrente”.
Gli appuntamenti futuri
Il I Convegno nazionale TSLB si è quindi concluso con l’annuncio di due importanti appuntamenti: “La giornata nazionale del Tslb” che sarà celebrata a Firenze il 22 dicembre 2022) e il II Congresso nazionale (2024) che si svolgerà a Roma. “Il nostro compito – ha chiuso Stanziale – non si esaurisce con la programmazione degli impegni istituzionali sopra citati ma continueremo a promuovere e valorizzare la nostra professione. Nuove sfide, nuovi scenari e nuovi modelli per una Sanità migliore che cambia anche anche attraverso la determinazione e la condivisione di scelte coraggiose. Un cambiamento epocale dove: riforma universitaria, revisione dei profili professionali, riconoscimento economico e rimodulazione dei sistemi operativi e organizzativi in ambito territoriale sono e saranno i temi posti alla nostra attenzione. Quanto é stato fatto e quanto dovremo fare é grazie anche ai vostri contributi, al vostro entusiasmo, alla vostra partecipazione e ai vostri incitamenti che ci spronano ad andare avanti e ci permetteranno attraverso il vostro contributo e la nostra determinazione di raggiungere quanto vogliamo”.
“Questo nostro primo momento di confronto collegiale nazionale, dopo la nascita della casa comune delle professioni sanitarie, è stato un successo – avverte Saverio Stanziale, presidente dell’Albo nazionale dei tecnici sanitari di laboratorio biomedico nonché componente del Comitato centrale della Federazione degli Ordini delle professioni sanitarie – accendendo i riflettori sul potenziamento dell’Assistenza territoriale e delle cure di prossimità previsto dagli investimenti strutturali del Pnrr in cui, al netto del nodo del personale che è all’attenzione del Ministero e delle Regioni, i laboratori analitici di base, previsti in case e ospedali di Comunità, dovranno diventare un’eccellenza su cui puntare per farne sempre più centrali di servizio dimensionate sui vari bisogni del territorio e su cui investire in tecnologie e formazione professionale ai fini di corrette valutazioni cliniche e assistenziali in un’ottica di miglioramento dell’appropriatezza diagnostica e organizzativa e anche di migliori e più integrati servizi alla persona malata”.
I nuovi servizi
L’utilizzo dei Tecnici sanitari di laboratorio biomedico (Tslb) in farmacia, l’idoneità professionale al prelievo e l’integrazione della professione all’interno del Comitato per il buon uso del sangue, infine la collaborazione, con la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie, per definire tecnologie, sistemi organizzativi, operativi e il fabbisogno minimo standard di personale tecnico sanitario da impiegare nei servizi di laboratorio previsti nelle nascenti strutture di prossimità sono state le proposte rilanciate dal presidente Stanziale.
“La medicina e l’assistenza del territorio si è enormemente sviluppata negli ultimi decenni diventando specializzata, in continua evoluzione – ha detto Stanziale – sempre più tecnologica e in costante progresso.
Se pensiamo ad un sistema assistenziale più snello, che ottimizzi l’erogazione dei servizi, va capovolta la tradizionale organizzazione ospedaliera. La cura, per rendere più efficiente il Ssn, deve prevedere meccanismi per ottenere prestazioni migliori e più efficaci alla persona a partire dal suo domicilio, in cui le componenti cliniche vengano disgiunte da quelle produttive. Una simile scelta – ha poi aggiunto Stanziale – pone con attenzione un ridimensionamento organizzativo concordato e pianificato che ci permetta di non perdere un grande patrimonio assistenziale come quello territoriale”.
Equipe multiprofessionali
Fari puntati sulla centralità di lavorare in vere equipe multiprofessionali: “Un patrimonio che la nostra Federazione nazionale e le 19 professioni sanitarie ritengono un bene da proteggere, custodire e valorizzare. Se la Sanità italiana è una delle migliori al mondo – ha aggiunto Stanziale – è grazie anche alle diversità, agli scambi, alla crescita. Se negli ultimi due anni abbiamo dovuto fronteggiare un carico di lavoro eccessivo, una mancanza di crescita e soddisfazione professionale e una vita di fuga, intesa come cambiamento di luogo di lavoro, oggi ha un peso anche la retribuzione economica insoddisfacente rispetto all’impegno, alla fatica quotidiana e alla pandemia da Covid 19 che ci è piovuta addosso”.
Dito puntato sulle opportunità per operatori e pazienti offerte dalle strutture sanitarie intermedie, sulla penuria di professionisti sanitari in special modo personale medico, infermieri e tecnici sanitari. C’è dunque bisogno di qualificare i percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali e svilupparli dove c’è maggior bisogno. In pratica, far tesoro della pandemia, studiare l’area territoriale, i servizi diagnostici e di cura, tararli sulla base delle situazioni che si vengono a creare, puntando su servizi flessibili con obiettivi chiari, raggiungibili e investimenti concreti sul personale, la ricerca e la formazione.
La tavola rotonda
Alla tavola rotonda aperta dalla presentazione di Amalia Magaldi, segretario Cda nazionale Tslb e di Salvatore A. Distefano, vicepresidente Cda nazionale Tslb, hanno partecipato chi in presenza e chi in videoconferenza il presidente della Fno Tsrm Pstrp Teresa Calandra, Alessandro Beux Componente del Comitato centrale Ono Tsrm Pstrp, la senatrice Paola Boldrini che recentemente a presentato il DDL sulla riforma della formazione specialistica universitaria delle professioni sanitarie, Vito De Filippo già presidente della regione Basilicata, sottosegretario del ministero della Salute e sottosegretario al MIUR e oggi componente della Commissione Affari Sociali che ha sottolineato la centralità dei fabbisogni di personale qualificato per cogliere le opportunità che il PNRR consegna in termini organizzativi, innovativi e di potenziale crescita professionale e dei servizi, Stefano Lorusso – responsabile in seno al ministero dell’attuazione del Pnrr . che ha delineato l’impatto della riforma in fieri sulla persona assistita e nella formazione delle professioni sanitarie, Andrea Belardinelli responsabile del settore Sanità digitale e innovazione della Regione Toscana, Gerardo Ferrara direttore UOC dell’Anatomia Patologica, ospedale di Macerata (Asur Marche), Francesco Gabrielli, direttore del Centro nazionale per la Telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto superiore di Sanità, Lorena Martini Direttore UOC Formazione ECM Agenas, Massimo Mazzieri direttore professioni sanitarie area tecnico sanitarie Asur Marche e consulente della Federazione per la dirigenza e Saverio Proia già consulente del Ministero della Salute che ha accompagnato passo passo negli ultimi venti anni il processo di riforma delle professioni sanitarie.
La presidente Teresa Calandra
“Le nuove formule organizzative – ha detto la presidente nazionale della Fno Tsrm Pstrp Teresa Calandra – devono puntare i fari sin dall’inizio, con convinzione e concretezza, sulle équipe multiprofessionali. La trasformazione digitale del SSN, l’uso appropriato delle nuove tecnologie diagnostiche, terapeutiche e riabilitative per l’erogazione di prestazioni di qualità, anche a domicilio dell’assistito, passa dal know-how che i nostri professionisti sanitari hanno acquisito negli anni, ed in particolare negli ultimi due, a causa della pandemia.
Bisognerà quindi lavorare intervenendo sulle carenze di organico delle professionalità necessarie: ognuna delle professioni sanitarie delle Federazione, nella sua diversità, possiede e mette a disposizione una competenza imprescindibile per fare prevenzione e offrire risposte assistenziali a una popolazione sempre più interessata dai processi di invecchiamento e cronicizzazione delle patologie, ma anche con specifiche necessità nell’età evolutiva”.
Le sessioni di lavoro
Centrale, nelle sessioni del congresso, il tema della multi professionalità. La prima sessione ha posto il tema della self leadership con esempi concreti di come le Professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e prevenzione, unite nei dipartimenti, siano un efficace strumento di contrasto alla pandemia. Quindi sotto la lente il ruolo del dirigente dell’area tecnico diagnostica oggi e in prospettiva futura. Infine fari puntati sull’innovazione digitale in Sanità, la clinical governance e la diagnostica decentrata ospedaliera e territoriale nelle nascenti Case e Ospedali di Comunità con il ruolo innovativo dei Tecnici di laboratorio nelle strutture trasfusionali. Infine le innovazioni strumentali e le potenzialità applicative nel mondo digitale (Digital Pathology), Telemedicina a supporto del decisore, Reti e digitalizzazione nei processi diagnostici, lo sviluppo della diagnostica territoriale, le reti e la digitalizzazione nella gestione dei processi di diagnostica di laboratorio, la digitalizzazione applicata alla fase preanalitica e la garanzia di sicurezza per il cittadino). Una sessione del congresso di Bologna è stata interamente dedicata all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione che oggi rappresentano gli elementi fondamentali per ripensare all’assistenza sanitaria in ottica di prossimità e sicurezza delle cure, una delle grandi sfide di innovazione sostenuta dalle progettualità del PNRR. Infine un focus su Oncologia e ricerca dedicata al potenziamento, in campo oncologico e della ricerca, dell’approccio multi professionale e multidisciplinare nell’ambito della diagnosi e cura delle neoplasie a dimostrazione del ruolo fondamentale del Tslb nei processi di cura in collaborazione nelle attività di prevenzione, diagnosi e di allestimento dei farmaci antitumorali.
Ha concluso la tre giorni la sessione di lunedì 6 giugno con lo studio di Sars-Cov-2 e l’impatto del Covid-19 sulle strutture diagnostiche. Fari puntati dunque sulla pandemia, sui nodi nel contrastare questa emergenza rappresentata dai flussi e da una carenza generalizzata di professionisti sanitari, sulla ricerca e applicazione di modelli organizzativi più flessibili e dinamici che hanno consentito di raggiungere ottimi risultati in termini quali-quantitativi grazie all’impegno e all’abnegazione di tutti.
L’assessore Donini
Per finire l’intervento di Raffaele Donini, assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna e coordinatore della Commissione Salute delle Regioni. L’esponente della giunta Emiliana ha accolto in pieno la sollecitazione di Saverio Stanziale, presidente della Commissione d’Albo nazionale dei Tecnici di Laboratorio, che ha sottolineato la necessità di puntare su equipe multiprofessionali nei servizi analitici e diagnostici di base previsti nelle Case e ospedali di Comunità.
Da Coordinatore nazionale degli assessori alla Sanità delle Regioni, ha poi riconosciuto la correttezza dell’impianto del criterio di riparto delle risorse del Pnrr tra le Regioni che premia le compagini che partono da posizioni di maggiore ritardo nella strutturazione delle reti di Case e Ospedali di Comunità mentre annuncia un grosso sforzo nell’upgrade in fieri del processo di digitalizzazione che in Emilia Romagna può contare su un sistema già a regime imperniato sul fascicolo sanitario elettronico.
Tutti i servizi territoriali e ospedalieri saranno dunque interoperabili e integrati in rete per facilitare la presa in carico dei cittadino all’insegna dell’appropriatezza. Infine le note dolenti della spesa corrente e per il personale e delle insufficienti risorse che il Governo non ha ancora integrato sia per la copertura dei costi sostenuti a causa del Covid sia per popolare adeguatamente di camici bianchi le Case e ospedali di Comunità. “L’Emilia – ha concluso Donini – ha chiuso il Bilancio 2021 con 18 milioni di euro di esborsi Covid coperti con risorse proprie che se nel 2022 non saranno riconosciute incideranno, nella nostra come in altre regioni, sulla sanità pubblica e in particolare quella territoriale ponendoci di fronte a una bipolarità tra investimenti strutturali e tecnologici del Pnrr e mancanza di risorse di parte corrente”.
Gli appuntamenti futuri
Il I Convegno nazionale TSLB si è quindi concluso con l’annuncio di due importanti appuntamenti: “La giornata nazionale del Tslb” che sarà celebrata a Firenze il 22 dicembre 2022) e il II Congresso nazionale (2024) che si svolgerà a Roma. “Il nostro compito – ha chiuso Stanziale – non si esaurisce con la programmazione degli impegni istituzionali sopra citati ma continueremo a promuovere e valorizzare la nostra professione. Nuove sfide, nuovi scenari e nuovi modelli per una Sanità migliore che cambia anche anche attraverso la determinazione e la condivisione di scelte coraggiose. Un cambiamento epocale dove: riforma universitaria, revisione dei profili professionali, riconoscimento economico e rimodulazione dei sistemi operativi e organizzativi in ambito territoriale sono e saranno i temi posti alla nostra attenzione. Quanto é stato fatto e quanto dovremo fare é grazie anche ai vostri contributi, al vostro entusiasmo, alla vostra partecipazione e ai vostri incitamenti che ci spronano ad andare avanti e ci permetteranno attraverso il vostro contributo e la nostra determinazione di raggiungere quanto vogliamo”.