Un confronto che ha visto, a Limbadi, il Comitato centrale della Federazione nazionale e i Presidenti degli Ordini TSRM e PSTRP della Calabria fare il punto sui temi della legalità in sanità.
Roma, 18 ottobre 2021 – Ieri, domenica 17 ottobre, a Limbadi, il Comitato centrale della Federazione nazionale e i Presidenti degli Ordini TSRM e PSTRP della Calabria si sono riuniti per riflettere insieme sui temi della legalità in sanità.L’iniziativa si è tenuta presso l’Università della ricerca, della memoria e dell’impegno (UniRiMI), Rossella Casini, attiva all’interno di un bene confiscato alle mafie e ora gestito dalle associazioni San Benedetto Abate, che insieme a Libera ha curato l’intervento di apertura, e Società cooperativa impresa sociale Upendo.
L’incontro si è inserito nel solco tracciato dal patto di Limbadi, sottoscritto lo scorso luglio tra i Sindaci di cinquanta Comuni del territorio, gli Ordini TSRM e PSTRP della Calabria e le associazioni San Benedetto Abate e Upendo.
Il confronto ha poi beneficiato delle numerose informazioni, considerazioni e sollecitazioni offerte dalla Prof. Nerina Dirindin, già Senatore della Repubblica, attiva in numerose associazioni, tra le quali Illuminiamo la salute e Salute diritto fondamentale, entrambe a sostegno e a difesa del sistema sanitario pubblico.
Il messaggio che alla fine del confronto ha sintetizzato la giornata è “Ognuno di noi può fare la differenza”, perché è sbagliato pensare che il contrasto alle mafie, la legalità in sanità e la difesa del sistema sanitario pubblico siano una responsabilità di pochi; è necessario diffondere l’idea che tutti e tre gli obiettivi sono raggiungibili solo attraverso l’impegno dei singoli, ognuno per quel che può.
I professionisti sanitari devono tutti pensarsi quali presidi di legalità. In questo modo, oltre alla competenza tecnica, garantiscono al Paese quella morale, di cui abbiamo bisogno anche per non sprecare la preziosa e irripetibile opportunità offerta dalle risorse rese disponibili dal PNRR.
Con l’obiettivo di sostenere tale modalità di partecipazione alle attività sanitarie, la FNO e gli Ordini della Calabria si sono impegnati a promuovere iniziative di sensibilizzazione e formazione sul tema da tenersi in strutture confiscate alle mafie e ora destinate a finalità sociali.