Lunedì 24 maggio si celebra la giornata nazionale del Terapista occupazionale, professionista sanitario che opera nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da malattie e disordini fisici o psichici, sia con disabilità temporanee che permanenti.
Quest’anno – spiega Francesco Della Gatta, Presidente della Commissione di albo nazionale – il nostro slogan sarà “Liberi di essere e di fare” perché la giornata vuol essere lo spunto per evidenziare il ruolo di questa figura che promuove la salute e il benessere mediante l’ “occupazione”.
In Europa è considerata una delle figure che gioca un ruolo fondamentale negli interventi riabilitativi, ma nel nostro Paese è un professionista poco valorizzato.
Roma, 19 maggio 2021 – Terapista occupazionale, professionista sanitario che opera nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione attraverso un approccio centrato sulla persona, promuovendo la salute ed il benessere mediante l’”occupazione”, cioè l’insieme delle attività significative per il proprio contesto culturale, adeguate all’età, scelte, organizzate e svolte da ogni individuo per provvedere a se stesso, provare gioia nel vivere e contribuire alla vita economica e sociale della comunità. La terapia occupazionale, infatti, contribuisce allo sviluppo delle abilità e alla riabilitazione di persone affette da disabilità fisiche o mentali, fornendo loro gli strumenti necessari per raggiungere la completa autonomia.
L’immagine e lo slogan proposti per la Giornata – spiega il Presidente Francesco Della Gatta – vogliono ricordare il ruolo che ricopre il Terapista occupazionale all’interno del mondo sanitario e dell’équipe multidisciplinare.
I Terapisti occupazionali aiutano la persona a raggiungere l’autonomia quando si verifica un evento patologico avverso, quell’autonomia che la porta a una ritrovata libertà, vivere una seconda possibilità e una rinascita (così come il bruco diventa farfalla e spiega le ali). I colori blu, fucsia e giallo ricordano i colori del logo della Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP.
Nonostante l’imprescindibile ruolo nell’équipe multidisciplinare, la presenza del Terapista occupazionale sull’intero territorio nazionale è fortemente disomogenea con differenze significative tra una Regione e l’altra. In un Paese come il nostro ad alto tasso di anzianità e con un trend di crescita della disabilità, la necessità di rispondere ai bisogni di autonomia e di partecipazione nelle attività di vita quotidiana non sempre trovano la giusta risposta.
In molti Stati Europei, il Terapista occupazionale è una figura basilare e di riferimento nel team riabilitativo, supportato dall’evidenza scientifica e da propri strumenti e modelli specifici di terapia occupazionale. Ne danno conferma i numeri: in Germania sono oltre 60 mila, nel Regno Unito 40 mila, in Danimarca 11 mila, in Belgio 12 mila mentre in Italia superano di poco le 2000 unità. Siamo convinti che sia giunto il momento per avviare un cambiamento e avvicinarci ai modelli del resto d’Europa.
Dall’inizio della pandemia, i Terapisti occupazionali hanno modificato le proprie modalità operative continuando il lavoro nei reparti di riabilitazione, nelle RSA e divenendo necessari sin dalle prime fasi della malattia. Quando presenti nei reparti Covid di cura intensiva e sub intensiva, i Terapisti occupazionali hanno avuto l’obiettivo di ridurre complicanze secondarie, deprivazione sensoriale e occupazionale e favorire la comunicazione con l’esterno. In una fase successiva la tele riabilitazione ha permesso ai terapisti occupazionali di lavorare con adulti e bambini nonostante le restrizioni rigide, di sviluppare programmi di educazione al caregiver e di supportare i genitori e gli insegnanti alle prese con la DAD. La peculiare formazione del Terapista occupazionale gli permette di accompagnare nella ripresa delle proprie abitudini le persone che, a causa del Long Covid, sono in difficoltà.