Lunedì 11 luglio si è svolto a Roma il convegno “Valorizzazione delle professioni sanitarie”. Un confronto tra Istituzioni finalizzato a mettere a terra le misure necessarie per il riconoscimento del lavoro quotidiano delle nostre professioni. Per la nostra Federazione sono intervenuti la Presidente Teresa Calandra e il Vicepresidente Diego Catania.
Teresa Calandra: «La carenza di personale sanitario è destinata a crescere, anche in relazione al cambiamento dei modelli organizzativi. È necessario, anche solo per rispondere all’emergenza e per il tempo necessario a invertire la rotta, prevedere per tutti i professionisti sanitari, dipendenti del Servizio sanitario compresi, la possibilità di effettuare libera professione, ponendo così fine ad una ingiustificabile iniquità tra le professioni sanitarie. Inoltre, bisogna uniformare le retribuzioni a quelle europee, altrimenti il rischio di una fuga dei nostri giovani migliori diventa altissimo, considerata anche l’eccellenza formativa del nostro Paese. Infine, bisogna investire sulla carriera delle professioni sanitarie, non solo con le indispensabili figure di dirigenza gestionale, ma anche con percorsi di crescita specialistica e di valorizzazione professionale».
Diego Catania: «Se non si vuole sprecare un’ennesima occasione, le Case di comunità vanno riempite di competenze, pertanto di professionisti sanitari. Bisogna quindi stabilire insieme i requisiti minimi di fabbisogno di personale tenendo conto delle tre aree sanitarie che afferiscono ai nostri Ordini: tecnica, della riabilitazione e della prevenzione. Inoltre, non si potrà mai parlare di valorizzazione a tutto tondo, se non si elimina il vincolo di esclusività. Un professionista intellettuale non può dichiararsi tale, se non gli è permesso di fornire la propria prestazione a fronte di un adeguato riconoscimento economico».